Nomi e vicende di chi ha fatto la storia a Livigno e Trepalle
Tra le fitte pagine della Storia, sin dai primi documenti che attestano l’esistenza di Livigno, emergono molti personaggi, diversissimi tra loro, ma con un comune denominatore: Livigno e il suo territorio.
Si incontrano potenti religiosi, come il vescovo di Como Anselmo, proprietario del feudo di Livigno nel XIII secolo, e il cardinale Carlo Borromeo, figura di spicco della Controriforma, accanto a semplici curati che si occupavano dei fedeli di questi luoghi sperduti. Condottieri astuti hanno sfruttato il territorio in un gioco di strategia, come il Duca di Rohan nel 1635 e Napoleone Bonaparte con la creazione della Repubblica Cisalpina, mentre semplici artigiani e intraprendenti locandieri hanno dato slancio all’economia locale (il maestro del ferro “Gratta” e l’albergatore “Mica”). Artisti scapigliati o dal passato drammatico hanno posato il loro sguardo sulle montagne (Giovanni Segantini, cacciato via in malo modo dalla popolazione o il pittore bergamasco Ponziano Loverini, autore di una suggestiva pala d’altare), mentre politici influenti le hanno attraversate (Ludovico il Moro nel ‘500 oppure il ministro Luigi Credaro, che inaugurò la strada del Foscagno nel 1914).
In questa carrellata non compaiono solo uomini: Maddalena “la Gatta” è una delle donne che, nel 1630, vennero condannate come streghe, mentre un’originale avventuriera, Maria Cristina Silvestri, ha lasciato traccia nei documenti del XVIII secolo. E come non citare l’importante ruolo dell’ostetrica, preso in carico per oltre quarant’anni da Maria Teresa Galli?
Si dice che spesso sono le persone a fare la Storia: infatti, leggendo le vicende di questi personaggi, è possibile ricostruire un passato movimentato e coinvolgente, difficile da dimenticare.
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